(Royal Highlander 01) Trappole e passioni by May McGoldrick

(Royal Highlander 01) Trappole e passioni by May McGoldrick

autore:May McGoldrick [McGoldrick, May]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788835706182
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-11-06T12:00:00+00:00


14

Il tuo colore, mia dolce promessa, è puro e luminoso,

come nella notte tanto ricordata

in cui annodasti per la prima volta la tua mistica treccia,

e per la prima volta la mia Agnes parlò sussurrando d’amore.

Sir Walter Scott, To a Lock of Hair

Quando Cinaed la fece sedere sul letto, una grande aspettativa le fiorì nel cuore, scaldandolo. Era stata sposata per sei anni, ma il matrimonio con Archibald era di convenienza e non vi era mai entrata la passione. Aveva ventisei anni più di lei e come vedovo in perfetta salute voleva godersi il lato fisico della loro relazione. Raramente gli diceva di no nei loro amplessi, perché sapeva che era un suo dovere. Ma, ripensandoci adesso, non c’era mai stato alcun autentico desiderio, né eccitazione o risplendente appagamento.

Quella sera, non aveva idea di cosa volesse fare Cinaed quando si inginocchiò cautamente accanto al letto, ma sentiva girare la testa mentre immaginava le possibilità. La coperta gli era caduta dalle spalle e i muscoli della schiena splendevano alla luce tremolante della candela. Dentro di sé si vide tendere le mani, afferrargli spavaldamente i capelli ricci e neri e guidare il suo volto verso...

— La candela. Vorreste cortesemente avvicinarla? E poi passarmi il coltello?

Isabella si rese conto che quel sogno a occhi aperti non si sarebbe realizzato quando lo vide voltarsi verso il letto improvvisato sul pavimento e spostarlo di lato. Obbedì alle sue richieste, poi si inginocchiò accanto a lui.

— Cosa state cercando?

Cinaed continuò a toccare le assi del pavimento fino a quando non trovò quello che voleva. Inserì la lama in un’apertura quasi invisibile e fece leva con cautela. Una sezione si alzò e allora inserì le mani nello spazio buio sottostante.

Un sorriso soddisfatto gli piegò le labbra. Ritirò le mani e le mostrò una piccola scatola coperta di polvere. Doveva averla nascosta lì molto tempo prima. Sedette contro il letto e lei si accomodò accanto a lui, spalla contro spalla, i fianchi che si toccavano, le loro gambe distese per terra. Posò la candela a terra mentre lo guardava ripulire la scatola.

— Quando l’avete nascosta?

— Quando avevo nove anni.

Cinaed e Searc facevano parte dello stesso clan. E, anche se non si assomigliavano affatto, lui l’aveva definito un suo “parente”.

— Stavate facendo visita a Searc?

— Non proprio una visita. Non sapevo dove andare. Mi avevano in pratica lasciato sugli scalini di casa sua. E lui mi ha accolto.

Sorpresa, lo guardò. Stava studiando il legno della scatola. Non sembrava avere fretta di aprirla. La sua barba stava crescendo, nascondendogli in parte il volto e il mento. I suoi capelli erano selvaggi come la criniera di un leone. Nonostante la febbre alta di quei giorni, trasudava forza ed energia. Ma non era sempre stato l’uomo che le sedeva accanto: un tempo, era un bambino che nessuno voleva.

Nel silenzio che calò, Isabella sentì il grido di una civetta. Un attimo dopo, un’altra più lontana rispose. Cinaed passò il pollice sulla scatola e lei capì che stava ripensando ai tempi in cui viveva in quella casa.



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